Chaos BCN

giovedì 24 ottobre 2013

Buonasera. Oggi è uno di quei giorni così. Ti svegli con il mal di testa e a ricordatelo non è il portafoglio svuotato al bar la sera prima, ma Chaos BCN, la versione in assoluto più disfattista e crudele di questa simpatica città.
In centro c'è una manifestazione, 170.000 persone, in gran parte di studenti, a protestare contro la legge di uno dei ministri più odiati di Spagna, tal Giuseppignazio Wert ministro della Salaminchia Educativa, il quale, tra altre scemenze, obbliga a reintrodurre l'ora di religione altrimenti sei un ladro o una spia (e se vuoi ricevere una borsa di studio per levarti da 'sto Paese della cuccagna e andare a lavorare seriamente, tipo, non puoi).
Poi c'è l'elicottero, che si pianta nel cielo come una puntina (nel tuo cervello) e vorresti essere un indigeno dell'Amazzonia per avere almeno il gusto di prenderlo a fiondate (l'elicottero, ma anche il cervello, così torni a dormire).
Poi esci in strada, inforchi la bici e attraversi il delirio. Grazie al cambio climatico, i tourists attraversano Barna sciabattanti e felici, fotografando i graffiti delle serrande abbassate e mangiando gelati, ingolfando gli attraversamenti pedonali e ascoltando come se fosse la prima volta che ascoltano musica dal vivo i musicisti di strada. Funky, jazz, Chavela Vargas, salsa, rumba, bongo, hang, violino, fisa, arpa celtica, djembé, scacciapensieri, corno tibetano.
Le sirene della sbirraglia urlano, le camionette si muovono arroganti senza che succeda una beata minchia dovunque li stiano chiamando, ma, da bravi iberici, sono troppo stupidi per pensare prima di agire. Ed eccoli lì i robocop amb barretinaarmati di tutto punto, passamontagnati e megacorazzati, nutriti con la bamba peggio tagliata che c'è in giro e pronti a combattere la loro personale 3ª guerra mondiale legittimati dai gintonics della classe dirigente catalana.
Nel frattempo i camion scaricano e caricano, gli autisti si incazzano, gli urbani ti multano, i mori ti rubano, i paki ti ubriacano, il sole s'inarca sulla città e picchia come Tyson, la spiaggia di Facebook si riempie di foto di piedi sulla sabbia, Venezia muore e neanch'io mi sento tanto bene.
Insomma ci sono giorni così, poche parole contro il fiume che si potrebbero dire su questa piccola Shanghai d'Europa, dove viviamo schiacciati in parecchi e condividiamo il pane con orde di turisti inferociti, prigionieri anche loro dei PR dell'ufficio del turismo sguinzagliati per il mondo.
Un giorno così. Un giorno in cui vorresti risvegliarti in campagna, in cui l'unico stronzo è il gallo del pollaio vicino, un giorno in cui l'unica sirena che vorresti sentire è quella dei vigili del fuoco che vanno a salvare un gattino,  un giorno in cui puoi sorridere alla giornata e non andarci a sbattere dentro a muso duro.
Ci sono di questi giorni anche a Barcellona, eh, ma questo non è uno di quelli, così come non credo le manifestazioni siano la soluzione ai problemi.

Musica: Eminem, Lose Yourself; P. Conte, Un Gelato al Limon.






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