La rivoluzione è un quadro di Ingres.

giovedì 1 marzo 2012


Mentre ero seduto sulla mia comoda poltrona, ieri pomeriggio gli studenti catalani erano in Gran Via a farsi caricare da quegli abbruttiti dei Mossos d'Esquadra. Bla bla bla...è giusto,  è sbagliato...bla bla bla. Seguendo la rivoluzione via Twitter ho trovato questa foto di un blogger di cui purtroppo ho perso le tracce e quindi non posso citare. Guardatela. E' uno scatto perfetto della lotta. Ferma come un pezzo di ghiaccio,  calda e vibrante come un ferro arroventato. Mi atterra l'irruzione del Nemico, la maniera in cui calpesta la muraglia di vetro distrutta dalle bombe, le mani che enunciano come sia al tempo stesso signore e schiavo del suo gesto, la sua corsa. Poi la forza dell'arma in volo, la sua energia cinetica trattenuta con potenza dallo scudo del Difensore. Quest'ultimo difende la ragione (rossa) contro il caos (grigio). Si erge, stabile e valente, nonostante la sua canuzie. Porta tre armi: lo scudo, la lancia e lo sguardo. Con lo scudo difende le sue gambe ancora forti, con lo sguardo annulla la potenza della sedia in volo. Tracciate una linea che va dalle stanghette degli occhiali e coincide con un'altra linea della porta sullo sfondo. Perfettamente parallela alla base, visualmente fa "cadere" la sedia rendendola inoffensiva. E il terzo elemento di difesa è la lancia. Il braccio destro con il gomito piegato enuncia che Difensore è pronto a usarla come arma di contrattacco contro il Nemico, non appena sfumata la minaccia della sedia. Ma nel frattempo, nel nostro quadro, la lancia, ha una funzione molto importante. Serve a tenere a distanza l'inevitabilità, il mistero, la Morte. Rappresentata dal terzo uomo, la Morte avanza senza figura, con il suo passo da morto vivente, per appropriarsi della vita del Difensore. La Morte accompagna il Nemico e il Chaos, non ha bisogno di armi e non le teme. Ma qualcosa non funziona. Lo sguardo la sorveglia e la lancia la detiene fermandone il passo, il Difensore ha il coraggio di guardarla in faccia e di sorprenderla fermandone l'avanzata. Se mi sono dilungato in questa analisi approssimativa è semplicemente perché, a mio avviso,  questa foto ha tutta la potenza di un quadro classico. Prendete per esempio la "Rivolta al Cairo" di Ingres (1798) e potrete osservare una carica e una tensione simile nei personaggi, l'invasore e il difensore. Ma mentre in Ingres il difensore è l'eroe della sua gente e della sua bellissima donna, nella nostra situazione egli è lì per difendere la cassaforte di un banchiere e la sua dignità.
E sullo sfondo del quadro, riflesso nel vetro, proprio accanto al quel tipo che sembra stia per dire "ehi, io ho finito il turno e me ne vado, le luci le spegnete voi, sentito?" e che ricorda il ciambellano ne "Las Meninas" di Velazquez, ci sei tu che guardi.










Guarda il video dell'azione, parte dal minuto 0,33:

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