Le grandi tette della Fura dels Baus.

mercoledì 30 novembre 2011

Domani 1 dicembre è l'ultimo giorno per vedere Le Grand Macabre di Ligeti messo in scena dalla Fura dels Baus al Teatro del Liceu.  

E meno male, dico io, perché avere tutti i giorni sotto gli occhi questo annuncio su Facebook qui a destra mi dava la sensazione di avere una friend request del Demonio.
Il Liceu non è un palcoscenico nuovo per gli spettacoli con mises-en-scène d'avanguardia (penso al Don Giovanni di Calixto Bieito, dove il protagonista entrava in scena su una Cadillac nera decappottabile, scendeva, si tirava su la braghetta e lanciava al pubblico un preservativo appena riempito), ma questa sicuramente passerà alla storia. Direzione di scena curata dalla grande Fura Dels Baus, inchino e reverenza davanti alla machina-ex-deo più potente del mondo. Guardate cosa sanno tirare fuori da una bambola di 18 tonnellate:




Dio, fammi trovare un biglietto per strada e giuro che non bestemmio più per una settimana.

Le Grand Macabre - Gran Teatre del Liceu - La Rambla, 51-59 
Consultare il sito del Liceu per prezzi e orari.

E tu? Cosa faresti con una bambola di 18 tonnellate?



La gente sta male.

martedì 29 novembre 2011

Mentre per blogs come Barcellonando c'è spazio per sciocchezze e per informazioni di estrema utilità sia per il viandante che per il residente di madrelingua italiana a Barcellona, nei giornali importanti come La Vanguardia c'è spazio per le notizie importanti del globo e per le piccole e grandi stronzate della vita. Come questa, di 'sto cornuto che ha tatuato un escremento gigante sulla schiena dell'ex fidanzata infedele (clicca sulla foto per vedere bene).



Ora, come abbiamo avuto già modo di dichiarare, in questa sede non ci occupiamo di politica né tantomeno di morale. Forse ci picchiamo, (non nel senso di menarsi, ignorante!) di buon gusto, come dimostra ampiamente l'annuncio pubblicitario qui sopra che ha elaborato il nostro copywriter professionale. Quindi non vogliamo avanzare nessun giudizio su questo "genio" che ha freddamente pianificato il tatuaggio, né sulla cretina che nonostante gli avesse messo le corna ha avuto l'incoscienza di affidarsi a lui ugualmente, magari con una prospettiva di sconto, ché si sa che tatuarsi costa caro. Vogliamo solo dedicare (non a questi due tapini ma a questo triste mondo malato) una bellissima canzone in tema dei nostrani Afterhours.






Staccati la testa e vieni a una festa

sabato 26 novembre 2011

Questa sera la Olla Expréss presenta QUASINONOLOGIC 4 1/2, una festa-concerto per presentare i nuovi microparti editoriali di questa eclettica e furiosa casa editrice/casa discografica/agenzia di management e associazione culturale barcellonese. Suoneranno gruppi assurdi come Motorcombo, The Ignotoner, Domingo, Juan Creck, Panotxa i els Caps Parlants, e condiranno Dj Shakira e Dj KLsBEATS
Lo-Fi (ma anche No-Fi), rumorismo, toy music, oggettistica e surrealismo saranno la colonna sonora per festeggiare anche il fantasma del NO-NO Logic, un festival di musica trasversale che purtroppo quest'anno non ha potuto celebrarsi. Per menti a pressione e per sballucchiare in buona compagnia (io non conosco DJ Shakira ma con un nome così non posso non andarci. Anche se sicuro che è un uomo).


Sala Fontana 21h - Gran de Gràcia 190-192 - Metro Fontana.
Ingresso gratuito


Se invece non sei nella luna per musica marziana (scusa il giochetto di parole) puoi andare a vedere l'immensa Leslie Helpert a El Virgen (C/La Virgen 10 - 21h - Ingresso N.P.)









Auschwitz for dummies.

venerdì 25 novembre 2011

IL GIOIOSO INFERNO DELLE MOSTRE NEI CENTRI CIVICI.

I Centros Civicos sono il massimo quando vuoi fare un corso di qualcosa. Che sia di videomapping o di cucina giapponese, di danza contact o di serigrafia, nei centri civici lo puoi fare, e con ben poca spesa. Quando però si tratta di mettere su una mostra diventa un casino, e allora, per la gioia di amici, amici di amici, amici di amici di amici, si scatena l'inferno creativo che giace dentro di ognuno di noi. Sono andato a vedere la mostra Glob (indovina un po', sulla globalizzazione e i suoi effetti nefasti) perché la mia amica Constanza esponeva, ma si è rotta la scheda grafica sul computer e non ha potuto attivare l'installazione. Ho dovuto quindi fare un giro a sorbirmi il resto. Le mostre dei centri civici sono fantastiche perché puoi trovare di tutto, come un mercato delle pulci dell'arte con lo stesso feeling di un mercato della frutta alle quattro di mattina. Ci sono fotografie documentaristiche a un passo da meritare la pubblicazione sul National Geographic affianco a quadri che vengono da un professore che ti dice: lo importante es lo que salga de tu corazón...


Per fortuna ci pensano i seguaci di Basquiat a rimettere a posto le cose:


C'è musica e allegria nelle mostre d'arte dei centri civici.
Chi ha bisogno di un DJ quando c'è Luis Manuel "Esquaier" Pérez alla chitarra creando un bell'ambientino con Knockin' On Heaven's Doors?


E con buon vino per tutti poi?



Ma veniamo ai lavori più interessanti. Il signore qui sotto, che ha tutto l'aspetto di uno che vuole venderti un'assicurazione contro le cacche di piccione, ha per le mani un progetto situazionista mica da ridere chiamato P.Luk.A. Suona come un acronimo segreto del KGB ma in realtà vuol dire "Pe Lu Ca, ossia parrucca). Nome completo del progetto: P.Luk.A - Proyecto de Interacción Biosymbolica.

In che che cosa consiste questo progetto di interazione biosymbolica? In realtà, non lo so. C'erano delle ballerine al piano di sotto e davvero non ho avuto tempo di andare a fondo, ma per lo meno ho raccolto delle informazioni essenziali per aiutarvi a vederci chiaro. Per esempio il Protocolo de Transacción, ossia le dada-istruzioni, importantissime per calarsi nell'azione:



Cioè:

1. Regalare una ciocca di capelli.
2. Ricevere una busta contenente: palloncino, cingomma, e immagine non specificata)
3. Compilare il modulo (per la mailing list delle prossime performance situazioniste, suppongo).
4. Masticare la cingomma.
5. Gonfiare il palloncino.
6. Legare il palloncino all'abito (dell'artista, suppongo).
7. Attaccare l'immagine al muro (alle spalle dell'artista, suppongo) con l'apposita cingomma.

Per la cronaca, mi ha fatto felice vedere la Repubblica di qualche giorno fa usata per suddetto muro. La Repubblica entra ufficialmente nel gotha dei giornali-in-lingua-straniera-che-van-bene-per-decorare-e-per-impacchettare-regali-perché-fa-fine-e-non-impegna.



Ma dov'eravamo rimasti? Ah, sí, al progetto biosymbolico. Secondo la brochure, il progetto consiste nell'appiccicare le ciocche di capelli sottratte ai volontari a una testa di manichino cosparsa di carta moschicida. L'attaccatura, lungi dall'essere casuale (Costanza mi dice - Oh, vai su a vedere che c'è uno cha fa una parrucca afro coi capelli della gente), segue un preciso modello dettato dalla "firma e simbolica del portatore originale".



Qui di seguito potete apprezzare il campionario di ciocche di capelli che l'artista ha potuto collezionare in meno di due ore (gli argentini sono degli ottimi venditori).


E qui il simbolo a cui dovrebbe far riferimento tutta la faccenda biosymbolica.


Sarà per questo che piace anche agli hippies.



I collegamenti fateli voi, io devo dare un'occhiata alla lavastoviglie che perde.



La bufala catalana.

giovedì 24 novembre 2011

Finalmente è arrivata sulle tavole barcellonesi la mozzarella di bufala made in Catalunya (più chiaro di così). Una buona notizia per il kilometro 0. Ma sarà buona come quella campana? Mi sarebbe piaciuto fare un test alla cieca con il mio amico napoletano di fiducia (vabbè, che è un po' come dire mini gamberone, o intelligenza militare, o bustina da tè a prova d'acqua :-) ...), ma si è trasferito a Roma. Voi l'avete provata, la bufala dell'Alt Empordà?

5 corsi gratuiti di turismo rurale, culturale ed ecologico.

mercoledì 23 novembre 2011

Sono aperte le iscrizioni a cinque corsi online sovvenzionati e dedicati alla formazione nel settore del turismo rurale, culturale ed ecologico. Questi corsi, organizzati da Eco-Union,  sono rivolti a professionisti e imprenditori nel settore turismo, in particolare impresari e tecnici turistici del settore rurale, naturale, culturale, operatori turistici e agenzie di viaggio specializzate in turismo sostenibile, consulenti ed educatori ambientali. I corsi offerti sono i seguenti (riporto):





E mentre ci pensate potete vedere questo simpatico video girato con quella camera della madonna che trasforma ogni inquadratura un paesaggio giocattolo.


The Village from Daniel Espírito Santo // BOLD on Vimeo.



Un martedì da maiali.

martedì 22 novembre 2011

Foto: saber.es
Come dice l'adagio, Per Sant Martí, mata el porc i enceta el vi (A San Martino, accoppa il porco e stappa il vino, NdB). Hai accoppato il maiale? Sei ancora lì, estatico nel cortile di casa, le mani sui fianchi e il sangue sul grembiule e sugli stivali di gomma? Dai, lavati le mani e cambiati, che oggi c'è da andare al Borne. Si festeggia infatti la Festa del Vi Novell. La Spagna, come l'Italia, in fatto di vino subisce l'influenza dei francesi (la subisse anche in fatto di croissants saremmo tutti più felici) e di conseguenza, anche qui, le Beaujolais nouveau est arrivé). Allora come with us and get shitfaced in the afternoon! Alle cinque e per 5 euro avrai in mano un calice pulito e l'accesso ai vini di una trentina di bodegas nei bar tapaioli di Santa Maria del Mar. Sarà un felice mix di turisti e succhiatori di vino. La giornata è perfetta, grigia e per il momento asciutta. Vorrei essere in campagna.



Colori violenti. 7 foto dei Peachy Joke.

lunedì 21 novembre 2011

Vi siete persi il concerto dei Peachy Joke sabato scorso? Peccato. Era gratis ed è stato molto bello. Eccovi qui cinque scatti hipstamatic e due normali.








Quanto è bello lu murire acciso.

Abbiamo già avuto modo di parlare dell'eccitantissimo programma dell' Istituto Italiano di Cultura di Barcellona. Oggi i nostri tornano alla carica con Quanto è bello lu murire acciso, (Italia, 1976) di Ennio Lorenzini, un film sul kamikaze risorgimentale Carlo Pisacane.





Be'? Non morite dalla voglia di andarci? 


Istituto Italiano di Cultura, Passatge Méndez Vigo, 5  17h e 19.30h. 
Ingresso gratuito. 

 

La Spagna ha preso la pillola azzurra.

La Spagna ha girato a destra. Punto e a capo.
Non è nostra intenzione, né per altro competenza, fare un'analisi di qualsiasi tipo su questa battaglia a colpi di slogan che si è consumata negli ultimi mesi, e che ha visto la vittoria schiacciante del centro-destra (salvo Catalunya e la provincia di Siviglia).
La Spagna ha preso la pillola azzurra.
Oggi preferiamo piuttosto riportare un post su Facebook di un brillante amico di Sitges, lo scrittore, critico cinematografico, illustratore e musicista Florenci Salesas, che suona come una ventata d'aria fresca e un raggio di sole nel raglio e nel discontento generale. Grazie Florenci!


E malgrado tutto, so bene che oggi (ieri, NdT) non è proprio la giornata giusta, mi sento felice. Nel fondo sento una calma e una fiducia nel divenire come non sentivo da tempo. Intuisco che un sacco di cose buonissime stanno per succedere.



Ehi tu, porco, levale le mani di dosso.

sabato 19 novembre 2011

Peachy Joke - Kindegarten's flight
I Peachy Joke hanno più a che vedere con i Motörhead e gli ZZ Top (per i quali hanno anche aperto quest'estate) che con Jerry Lee Lewis, ma il titolo del post ci sta bene, visto che questa sera i Peachy ci regaleranno due orette di rock-blues porco e maiale, ma suonato con molta, molta eleganza, tecnica, sense of humour, con la giusta dose di omaggio ai grandi e completamente decaffeinati da pose, cosa che invece piace molto ai gruppi di garage che van per la maggiore qui in zona, che devono sempre sembrare strafatti di bamba per piacere alle ragazze e alle marche di occhiali da sole. Non che abbia niente contro le marche di occhiali da sole. Le marche hanno bisogno delle band e le band hanno bisogno di...
E dico ci regaleranno perché in più il concerto di stasera è gratis. Alle 8 al Convent di Sant'Agustì. Vi lascio con questo video eccezionale girato dal mio fratellino Xavi Coll a Benidorm. Assolutamente sconsigliata la visione se soffrite di vertigini e se odiate le località balneari trash.


PEACHY JOKE - You - Asian Tiger Mosquito 2011 from Xavier Coll on Vimeo.

Convent de Sant Agustì, C/Comerç, 36
20h Ingresso gratuito 



10 posti dove non farvi fregare a Barcellona.

venerdì 18 novembre 2011

Barcellona è una città sicura. Almeno comparata con Marsiglia, Napoli o Nairobi. I ladri di ogni classe tendono a lavorare in determinate zone della città in cui sicuramente passerete, e vi stanno aspettando. Seguite qui alcuni semplici consigli per conoscere quali sono queste zone e le pratiche di approccio più diffuse. Eviterete che il vostro viaggio a Barcellona faccia tappa al commissariato. (Nota: Le seguenti informazioni prevengono sí dal mapping della polizia, ma soprattutto da esperienza o testimonianza diretta di residente e di professionista del settore (turismo, non malavitoso).

1. In aeroporto.  Anche se sembra il posto più sicuro del mondo, non rilassatevi troppo. Ci sono gruppi che agiscono come normali passeggeri, vestiti bene etc. Uno si appropria del vostro bagaglio incustodito e l'altro aspetta in una macchina all'uscita. "Ciao tesoro, com'è andato il viaggio? Bene. Sgomma adesso, che mi sa che mi han visto".

2. In macchina. Entrando in Barcellona dalle arterie d'ingresso principali (Avinguda Diagonal se venite da Valencia e Meridiana se arrivate dalla Francia), non è infrequente che il traffico rallenti e si proceda a singhiozzi. Prendete la precauzione di chiudere le porte, anteriori e posteriori, da dentro. La tattica è la seguente: mentre siete fermi al semaforo, Uomo 1 appare e si mette a picchiare sul finestrino anteriore facendo solo un gran baccano per destabilizzarvi. Uomo 2 apre il portello posteriore dalla parte opposta e sottrae il bagaglio. Conosco gente che si è accorta del furto solo una volta arrivata a destinazione.

3. In macchina a Barceloneta (la zona del Port Vell/spiagge). Se venite a Barcellona d'estate è probabile che abbiate affittato una stanza o un appartamento a Barceloneta, e magari arrivate nel pomeriggio, quando fa un caldo bestia e in giro non sembra esserci nessuno. Non lasciate per nessun motivo l'auto incustodita con i bagagli dentro, anche se ovviamente chiusa. I ladri di Barceloneta sono velocissimi. Esperienza: l'estate scorsa una famiglia di turisti francesi parcheggiano l'auto in strada e vengono in ufficio per fare il check in del loro appartamento. Dieci minuti di pratica e tanti saluti. Venti minuti dopo erano di nuovo in ufficio per restituire le chiavi, chiedere la restituzione dei soldi e letteralmente ripartire per casa.

4. Rambla. Tutta, ma soprattutto al fondo. La Rambla è il gran teatro umano di Barcellona. E nella grande commedia umana c'è soprattutto il sesso. Le ragazze africane, che parlano anche italiano, vogliono qualcosa di più che "toccare c---- gratis". Fate attenzione. Ho visto molti uomini schizzare fuori dal McDonald della Rambla perché accortisi che la ragazza li aveva intornati, con le annesse pietose scene che ne seguono (non è una bella cosa vedere un uomo incazzato con un sundae alla fragola in mano). "Fatti loro" direte voi, "avevano solo da non andare da McDonald".

5. El Raval. Storicamente IL quartieraccio di Barcellona, oggi è una zona multiculturale e multietnica (ma si dice ancora?) piuttosto sicura. Tuttavia, se dei teenagers maghrebini vi sentono parlare italiano, verranno volentieri ad abbracciarvi con la scusa di condividere con voi il loro entusiasmo per quel o quell'altro calciatore del Milan. Semplicemente, non ricambiate l'entusiasmo. Potrebbero anche avere un pallone e mettersi a giocare con voi. Questa variante è conosciuta come "il Ronaldinho", e funziona sempre.

6. Barri Gòtic. Ultimamente girano dei ragazzi maghrebini in calle Boqueria, una via del Gotico stretta e molto trafficata, che distribuiscono flyer per un ipotetico club di musica brasiliana. So che in Italia molta gente è fan dei "balli latinoamericani", ma non fatevi tentare. Un giorno ho visto il suddetto PR, sono andato avanti, mi son girato come per istinto e indovinate un po'? Stava giocando al maestro di ballo con un gruppetto di italiani pretendendo di insegnare alla vittima la differenza tra la salsa e la samba. Poi ho visto il portafogli passare di mano in mano come una birra al carnevale di Rio, ma per fortuna non è successo niente e tutto si è risolto con un amichevole svaffanculata.

7. La metropolitana. Le fermate "calde" sono Jaume I, Passeig de Gracia e Verdaguer, linea gialla, Diagonal (linea verde) e Sagrada Familia (linea blu). Varie tattiche e azioni di gruppo volte a distrarre il turista quando si accorge del fatto. La mia preferita è toccare i polpacci da dietro. La vittima si piega a pi greco mezzi e il portafogli viene sfilato. E' successo a mio zio, poverino. Ah, e se qualcuno vi fa notare che avete la bottega aperta, senza distogliere lo sguardo rispondetegli che vi piace così.

8. La Sagrada Familia. Zingarelle che chiedono le firme per i disabili, i ciechi etc. o che vendono fiori. Sono ladre, e si vogliono approfittare di quel pallido momento mistico/devozionale che potreste eventualmente patire  al cospetto di Sua Maestà il Tempio Espiatorio della Sagrada Familia.

9. Plaça Catalunya. A parte la FNAC, se non siete fan dei piccioni e dei pavimenti scivolosi non c'è nessuna ragione per andare a plaça Catalunya. L'Hard Rock Café? Avete già la maglietta "Hard Rock Café Prague" comprata a Parigi, non vi basta? In questi paraggi il ladro è una ragazza finta bionda con una borsetta di Gucci taroccata.

10. Dappertutto. Non lasciate la borsa appesa alla sedia, non lasciate la borsa sul bancone, non andate a ballare con 250 euro dietro come la mia amica Sofie, non fatevi aiutare da qualcuno che vi dice che un piccione vi ha cagato sulla giacca, non mettete il cellulare sul tavolo di un bar, non infilate il cellulare nella tasca pettorale del giubbotto o della camicia, non date indicazioni tanto non sapete le vie, non date retta a qualcuno che vi chiede indicazioni che tanto non sapete le vie, non date retta a qualcuno che vi chiede indicazioni perché dall'altra parte Uomo 2 vi sta soffiando la borsa con l'iPad, l'iPod, la Canon, gli occhiali da vista al titanio, 300 euro in contanti, il passaporto e la maglietta ufficiale del Barça, non andate da McDonald e non fate casino per le strade alle tre di notte che vabbé che siete in vacanza ma qui c'è gente che dorme e che domani va a lavorare. Adesso siete pronti per andare incontro all'Imprevedibile.

Foto: El Periòdico

Vivi in Sant Pere? Frutta e verdura gratis.

giovedì 17 novembre 2011

La bazza della settimana è dedicata alla Fruteria Félix, Jaume Giralt 51 (sul Forat de la Vergonya). Non solo è un gran bel fruttivendolo, grande, con tanta buona frutta e verdura con etichette che indicano la provenienza e consigli di cottura, non solo è super conveniente con i prodotti di stagione, non solo odora di buono come i negozi di frutta del mio paesello natìo ma: ogni 8 euro di spesa ti regala 1kg di frutta e verdura a scelta (patate, cavoli, mele, cipolle, rapanelli, cherries, lattughe, pannocchie...) più un prodotto del giorno.
Hala, a llenar la nevera!

Terapie naturali low cost a Barcellona

mercoledì 16 novembre 2011

Ispirato dalla lettura di "Italia Low Cost - Viaggio in una paese che tenta di resistere alla crisi" (F. Astone, R. Lacala - Aliberti, 2011), vorrei segnalare un esempio di servizio low cost qui a Barcellona, il centro di terapie naturali IFP Sanitària Roger de Lluria, di cui mi sto beneficiando da circa un mese. Si tratta di un servizio di assistenza sanitaria che offre terapie naturali alla portata di tutti. Per accedere ai trattamenti si paga infatti un quota mensile di soli 25 euro che dà accesso a tutte le cure offerte, senza compromesso di permanenza né costi aggiuntivi. I servizi offerti sono: agopuntura e terapie orientali, naturopatia, dietetica, medicina generale, omeopatia, terapie psicologiche, fisioterapia e tai-chi/qi gong.
La mutua Roger de LLuria è un'estensione dell'omonima scuola, un centro di formazione professionale per personale sanitario riconosciuto dal Departament d’Educació della Generalitat de Catalunya,  e vi esercitano tanto professori come ex-alunni. 
Cosa mi ha convinto a provare, a parte il prezzo? Il passaparola di un'amica. Fabiana è una ragazza a cui piace fare liste,  perciò prima di andare in consulta si fece un elenco di tutte le sue magagne. Una volta ascoltato il primo elemento della lista, il dottore che la consultava disse: - Già, poi ti fa male questo, quello, quell'altro e quell'altro ancora -, ricalcando fedelmente la lista della mia amica, senza averla naturalmente letta. 


Links:



Paparajotes. Foglie di limone per dolce.

martedì 15 novembre 2011

Domenica mattina è venuto a colazione il mio amico Juan Flextatowa. Come tutte le persone con classe, si è presentato puntuale, nella piovosa domenica, e con una coca de anís (un dolce tipico catalano) sotto il braccio. Mentre scrocchiavamo la coca bevendo caffè mi parlava delle origini arabe di questo dolce e del gran paradosso quando lo racconta a un locale di Barcellona (Juan è di Valencia, quindi è espatriato anche lui): Pero qué dices? - Lo apostrofano - Si esto es de aquí de toda la vida! (Ma che dici? Questo è più spagnolo di Julio Iglesias, NdT). E parlando di Arabia Felix, è spuntato nella conversazione questo incredibile piatto di cui non avevo mai sentito parlare. Si tratta di un dolce murciano, chiamato paparajotes. Lo accolgo già con benevolenza, ché mi ricorda Teresa (quando conosci una donna del Sud, in generale, è un'esperienza che ti marca :-).
Los paparajotes, cosa sono? Sono foglie di limone. Bella storia, direte voi. Sono foglie di limone fritte in una pastella fatta di lievito, farina, uova, sale, latte e zucchero, e spolverati di zucchero glassato e cannella. BUM. E la cosa divertente è che naturalmente le foglie di limone non si mangiano, ma bensì, come si dice a Parigi,  si succhiano. Pensavo di proporlo a mia zia a Cuneo e suoi sette  o otto  limoneros che ha nell'orto, ma l' immagine della sua faccia allegra che mi dice Ma t'ses fol? Le foeuje 'd limon as mangiu nen! (Ma sei scemo? Le foglie di limoni non si mangiano) mi ha dissuaso. 

Vi lascio la ricetta:

PAPARAJOTES

INGREDIENTI
2 uova
1/2 litro di latte
Mezza bustina di lievito in polvere
500 grammi di farina
100 grammi di zucchero
Olio d'oliva, un pizzico di sale, cannella in polvere e, naturalmente, foglie di limone. 
Scegliete quelle verdi chiaro, più giovani e tenere.

PREPARAZIONE
Sbattete le uova in una scodella e aggiungete il sale, il lievito e il latte. Sgrattateci sopra un po' di scorza di limone, due cucchiaiate di zucchero e la farina, poco a poco, fino a ottenere un mix omogeneo, né troppo liquido, né troppo spesso, di modo che possa attaccarsi alla foglia in scioltezza e senza scivolare via. Friggete in abbondante olio d'oliva, girate con cura per non perdere la pastella e mettetele su un piatto con un foglio di carta assorbente. Cospargete di zucchero, decorate con foglie di menta o fiori di limone e servite. Los paparajotes si accompagnano solitamente con vini dolci. Barcellonando consiglia: Passito di Pantelleria!

Fonti (foto e ricetta): portale della Regione Murcia.

Piove? Concerto in casa.

lunedì 14 novembre 2011

Domenica scorsa abbiamo organizzato un live in the living negli uffici di Barcellonando (leggi: casa nostra). Javier Alvarez ci ha fatto l'onore di partecipare. Javi è un cantautore madrileño da non molto trasferitosi a Barcellona per seguire da vicino il suo progetto di cabaret-musical Las Maris e starsene un po' schiscio. Fino ad alcuni anni fa, però, era abituato a suonare davanti a diecimila persone, quindi eravamo un po' nervosi, ma tutto è andato bene. Abbiamo preparato lo spazio, cotto pane, focaccia, torte e dolci,  preparato tapas, comprato vino, birre e moscatel per la gioia di una trentina di invitati. Cinque euro con consumazione e un prezzo per le bevande ci ha permesso di coprire i costi di produzione, il cachet di Javi, e una rata del Maserati (scherzo, Javi non l'abbiamo pagato :-). E ci siamo sparati un bel concerto dolce dolce con il signor Alvarez, che oltre a un bravo cantautore è anche un ottimo perfomer e ci ha deliziati. E a proposito di delizie: Javier Alvarez ha un nuovo disco, che però ha deciso che non esce e che non uscirà mai. Sarà un disco invisibile, e l'unica opportunità per ascoltarlo è farlo venire a suonare a casa tua. Il prezzo è assolutamente contrattabile e non è necessario organizzare un live in the living. Puoi anche essere tu e lui,  soli in cucina. Non l'abbiamo ascoltato, il disco fantasma, ed è molto carino. Raccomandato per momenti di dubbi amorosi e compagnia soffrente, punteggiabili da momenti solari e naïf.



Contattate Javi via myspace o se volete scrivete un email a Barcellonando.

Oggi 56 tapas nel Raval.

sabato 12 novembre 2011

E' festa nel Raval, il gran calderone multiculturale a ovest della Rambla. Il programma non prevede grossi nomi o particolari attrattive, perché è un festival di cultura popolare, dove contano soprattutto i bambini, la musica, l'arte e i colori. Tra un'esibizione di danze Bollywood e di bastoners, un laboratorio di calligrafia urdu e uno di henna, una mostra, un concerto e qualcosa di imprevedibile che sempre succede nel Raval, potete raggruppare degli amici, appiccicarvi un numero al petto e partire per una bella tapathon. Oggi e domani, infatti, 56 bar del Raval (scarica la mappa qui) offriranno tapa+drink a 3 euro.

Vi lascio con questo video su come preparare un musical bollywood. Fatto dai ragazzini catalani del futuro, che sono fantastici:


Ok, ho capito, volete vedere the real thing, no? Eccovi Kabhi Khushi Kabhie Gham.




Hai vinto la lotteria? Vai dallo psicologo.

venerdì 11 novembre 2011

Oggi, data storica 11-11-11, coincide con un momento importante qui in Catalunya. Il sorteggio di, indovina un po', 11.000.000 di euro. Concorderete che sono un botto di soldi. Bene. El Periódico, che è un giornale serio e si preoccupa per la salute dei cittadini, nell'edizione di ieri avvertiva sui gravi pericoli che un attacco di euforia può causare al vincitore. Se non si contrae una paralisi mandibulare davanti al televisore, è bene accorrere urgententemente dai tuoi nuovi angeli custodi: un esperto finanziario e uno psicologo. E' infatti non poco comune, pare, che quando si vince una tale sommetta, sia più facile di quanto si pensi fonderseli nella seguente maniera:


Come gli può saltare in mente, dico io, a uno che ha vinto la lotteria, di comprarsi come seconda cosa un jet privato di seconda mano??? Non lo so. Ma se vinco io, ragazzi,  inserite il vostro email nella casella qui a fianco che dice "Seguici via email, dai" e vi invito tutti a una pizza stasera. A Roma. Però si torna presto eh? Massimo alle 3 voglio essere a casa.

Se lo dice Time Out...

...Chi sono io per contraddire? Sono Nikon, cazzo, e per Time Out c'ho pure lavorato. E per Time Out UK, mica per l'edizione en catalá, con tutto il rispetto! Io quando leggo di cibo a Barcellona mi fido solo di Tara Stevens. Recriminazioni a parte, per iniziare a parlare di cibo a Barcellona, bisogna iniziare dal shawarma. Niente tapas, niente paella, niente jamón. Shawarma. Il shawarma è il nostro porchettaro, il nostro zozzone, il lurido, il voncio, il marcio e chi più ne ha più ne metta (be', a rigor di logi(sti)ca, l'equivalente del porchettaro, per via del camion, è la churreria, su cui passeremo a volo d'uccello un'altra volta, forse). Cos'è il shawarma vi chiedete? Check it:

El shāwarmā (del árabe شاورما) o döner kebab (en turco) o gyros (en griego), es un plato originario del Medio Oriente que consiste en finas láminas de carne de cordero, pollo o ternera asada en un asador vertical, consumidas en el interior de un pan de pita junto con vegetales y otros acompañamientos. Se ha hecho popular en Europa como comida rápida gracias a la influencia de emigrantes norteafricanos y turcos.

[editar] Características

Se originó en el 1234 d.c. y en un principio era una comida de pobres

E ancora oggi lo è. Il shawarma è per chi non c'ha una piotta e per chi ha fame quando le cucine cristiane sono già belle chiuse. Il shawarma sfama la notte di Barcellona, il shawarma è l'equivalente del piano Marshall per l'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, il shawarma ti fa l'occhietto da ogni angolo e ti dice "mangiami, stupido!".
Con l'età, uno impara a difendersi. Esce di meno, mangia meglio e si ammoglia. Tre fattori che gli impediscono di uscire dal club/pub con la fame chimica da ammazzare in compagnia degli amici o (orrore) da solo. Ma tanto succede lo stesso.

Stasera sono andato al Cuiner de Damasc perché me l'ha detto Laura. Poi solo dopo, mentre aspettavo il mio turno, ho trovato il discretissimo avviso di Time Out:




OK. Niente in contrario. Le opinioni, diceva Clint Eastwood, lo sapete.
Lascio stare la dicitura xauarma perché apre un altro interessante capitolo, e mi limito al panino. Siccome appunto so quel che dico, le opinioni di TO.cat non sono oro colato, come quelle di Tara Stevens. E infatti El Cuiner de Damasc non spacca per niente. Però (e questo vale 100 punti) sono carini, lavorano con cura, mischiano la carne con cannella sul dropper, e hanno un locale della madonna nel Gotico, assolutamente sfruttato male. Secondo me, e senza malignità né razzismo, oppure anche con, Time Out ha dato loro il gagliardetto solo perché il tipo della foto (che pure è meraviglioso, eh) è catalano. E gliel'avrebbe data pure la Routard, ma da un gruppetto di francesi ubriachi me lo aspetterei, da dei residenti, francamente, no.
Sulla carne niente da eccepire ma non sono andato a fondo, e poi ho chiesto extra piccante, un noto deterrente che applico in automatico. Ma il gusto, la testura, il pane e la verdura, mi sono sembrati nella gran media. La mafia libanese di Gràcia, dite? Quelli usano l'agnello e ci mettono un po' di tajine, tutto lí. L'epifania l'ebbi in Joaquim Costa (e dove sennò), che è un po'  l'East Village di Barna. Entrai per un shawarma, e prima del bancone c'era il forno tipo chimenea, con fuoco e tutto. Un signore pakistano, già di una certa età,  gettava il pane appena impastato sulla parete interna con un gesto esperto. Quello s'incollava, cuoceva a fuoco, e ne usciva fresco, croccante, con le bolle bruciacchiate, salato al punto giusto e pronto ad accogliere gli ingredienti, abbracciandoli come un padre che rivede i figli dopo un lungo viaggio. Insalata iceberg, pomodori, cetrioli, cipolle, salse cagarella...tutto a (troppo) buon mercato. Cioè che i Paki hanno il romanticismo nel culo, perché non si sono accorti del loro potenziale.
Mi dispiace, Time Out punto cat, il miglior xauarma di Barcellona non è ancora nato.

El Cuiner de Damasc, C/ de Palau, 1

Indijazztione

giovedì 10 novembre 2011

Pronti per un'abbuffata di jazz top-quality-made-in-Italy? Arrivano i mostri ed è doveroso andare a fare gli onori di casa. Andiamo con ordine. Stasera ore 21 al Luz de Gas c'è Enrico Rava, accompagnato da Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista e Fabrizio Sferra. Mr. Rava non ha bisogno di presentazioni. Godetevi questo video suo di quando la televisione italiana non era ancora 75% tette, culi e grandifratelli.

Luz de Gas, C/Montaner 246, entrata 25 euro (22 anticipata)
Compra l'entrata online. 



Domani 11 novembre, sempre al Luz de Gas, suonano Paolo Fresu e Omar Sosa.
Sardegna e Cuba, due isole che parlano. Video per il ritorno di voglia d'estate. Anche se, francamente, qui a Barna sembra che non se sia ancora andata.

Luz de Gas, C/Montaner 246, entrata 25 euro (22 anticipata)
Compra l'entrata online. 




Il 12 novembre è poi la volta di Stefano Bollani. Se, come me,  avete imparato ad odiare Besame mucho per tutte le volte che l'avete sentita dai gitani nelle terrazze dei bar per la gioia dei turisti biondi, con questo video tornerete a respirare. C'è chi ha commentato che Stefano in questo pezzo suona troppe note. Probabilmente questa persona avrà passato troppo tempo sul flauto dolce alle medie.

Luz de Gas, C/Montaner 246, entrata 22 euro (18 anticipata)
Compra l'entrata online. 



 E per finire, il 1 dicembre suona il primo, il più amato dalle Alpi al regno delle Due Sicilie, dai punkabbestia agli architetti, dai gestori di chiringuitos ai businness planners del globo italiacqueo.
Mi sono sempre giurato di andare a vederlo almeno una volta. Ce la farò?




Auditori, C/Lepanto, 150 - 21h entrata 45/85 euro

"Barcellona Berlusconi"

martedì 8 novembre 2011

Ho appena digitato queste parole chiave in YouTube e scelto l'opzione di pubblicazione piú recente.
E' uscito questo. Lo posto qui perché è abbastanza trucido, allegro, e perché le majorettes hanno i colori del FUUTBOL CLUB BARCELOOONA. Uniamoci nella gloria. Fra un mese i Barcellonesi assisteranno a una massiccia street celebration. Incrociamo le dita. Buonanotte a tutti,

Nikon.


Barcellona, pesci carnivori, rane velenose ed Einstein.

Non sono mai stato all'Acquario di Barcellona. Costa qualcosa come 18 euro per entrare, se vieni con moglie e tre figli è una rovina. Non serve spendere tanti soldi per passeggiare in un tunnel sottomarino con degli squali che ti nuotano intorno. Per provare un brivido simile basta farsi un giro nel metro di Milano. L'alternativa che suggerisco è il CosmoCaixa, un megamuseo della scienza uptown Barcelona, un tempio dell'intrattenimento scientifico per famiglie con in piú una vista spettacolare sulla città e con in meno il truzzissimo centro commerciale Mare Magnum, in cui il suddetto acquario è immerso. L'entrata costa 3 (tre) euro, gratis i bambini, e sei hai una carta di credito della Caixa addirittura la metá. Arrivarci è semplice. Basta prendere il ferrocarril da Plaça Catalunya fino a Bonanova. Vi dà il benvenuto questo stupendo edificio modernista completamente abbandonato, in attesa di una seconda opportunità:

(Squatters, non iniziate ad accarezzarvi il mento, la zona è off limits).

Prendete a sinistra e poi la prima salita a destra e vi addentrerete negli angoli della Barcellona benestante, fatta di giardini pensili, British Councils e palazzetti inizio secolo con torri a punta da cui gli antenati contemplavano con stupore le ruttate di carbone della Rivoluzione Industriale in riva al mare. Dopo cinque minuti troverete il CosmoCaixa, che sorge in questa piazza piena di sculture contemporanee che sono in realtà strumenti scientifici (la bocca di un telescopio solare, una meridiana etc.):












La parte che vedete al centro sulla destra è naturalmente "la parte nuova". Una struttura di vetro e acciaio alta tre piani e profonda sei. Contiene il gran arsenale educativo-scientifico per il piacere di grandi e mocciosi, ed è talmente grande che nemmeno una dozzina di scolaresche di terza elementare è in grado di scalfirne la pace di una visita. Anche se è meglio andarci di domenica, appunto per evitare la presenza della suddetta dozzina. Mi piace andare al CC, perché quando scendi al piano -4 c'è un enorme pendolo di Foucault circondato da un diametro di birilli metallici che cadono man mano che la sfera e il suo punzone, millimetro dopo millimetro,  arrivano al punto. Serve a rallentare il tempo, a farti entrare nella dimensione giusta e a ricordarti che la Terra gira, che magari ogni tanto ce lo dimentichiamo. Peró il posto migliore, almeno per uno che non viaggia tanto come me e che probabilmente morirà senza aver mai visto la foresta amazzonica è, appunto, la foresta amazzonica. Mille metri quadrati di imitation of life, cento specie animali e vegetali originarie di Parà, in Brasile, inscatolate in armonia aerea e subaquea. Una specie di "saluti dalla foresta vergine" in 3D, un'avventura tascabile, uno spaccato di autentica vita estrema tropicale ma senza insetti giganti e frecce al curaro. Vedere per credere. Si comincia da sotto. Quello che puó sembrare un acquario, a prima vista, è il fondo del lago, e tu ci stai camminando dentro. Se ci stessi "nuotando" dentro, saresti bistecca per le tigri:









Oltre a questi pesci giganti si possono ammirare formiche tagliafoglie (soprattutto la struttura in spaccato e illustrata del nido con la sua perfetta architettura interna), tarantole, rane velenose e serpenti. Da alcuni obló, poi, si incomincia a intravedere la superficie e gli animali di terra. Tartarughe, uccelli, e una gigantesca capibara (Hydrochoerus hydrochaeris), un animale che non avevo visto mai, una specie di criceto grosso come un cinghiale. Ed è la sorpresa che ti aspetta all'uscita dal tunnel:


Di fronte allo sconosciuto, mi cagai sotto. Simpatico scherzetto degli architetti o incidente di percorso? (Chi c#### ha aperto il tapiro??? Il cemento è ancora fresco!!!)

 E questo è l'aspetto del bosque inundado quando si esce a riveder le stelle:











Carino no? E ancora:


Quello che vedete in mezzo non è un coccodrillo, ma il dito medio di Mari Carmen, la signora delle pulizie, quando il direttore del museo le ha chiesto se poteva lavare i vetri anche da dentro.
Spero vi sia piaciuto questo breve tour fotografico nella selva amazzonica à la Salgari (l'amico che scriveva sulla Malesia senza mai essere stato piú a sud di Brindisi).
Oltre la porta, si apre un meraviglioso mondo scientifico, pieno di giocattoli di simulazione dei fenomeni naturali piú comuni, ma non per questo meno intriganti. Il Cosmo Caixa vi spiega il perché delle cose,  in buona somma, e una visita è piú che raccomandata. In alternativa, potete sempre spararvi tre ore di coda per il Museo Picasso.

CosmoCaixa Barcelona, C/ Isaac Newton, 26.

Ah, e Einstein vi chiederete? Einstein è con Darwin in biglietteria:



Rivista Italiana di Studi Catalani

Ah, le riviste.
Io ne leggo alcune. Altaïr e il National Geographic dal dentista, Vice, La Mono, il catalogo Ikea e quello di BoConcept nel bagno, Pilote Urbain e Barcelona Miniguide mentre aspetto che mi preparino un carajillo in un bar del centro e Barcelona Metropolitan per spararmi le critiche di food&restaurants di Tara Stevens. Oggi, all'Istituto Italiano di Cultura, si presenta la Rivista Italiana di Studi Catalani. Spero l'abbiano confezionata i miei amici di Boutique Creativa, che già fanno i Quaderni del cinema italiano, e che son due tipi che sanno esattamente dove le parole stile, trattamento dell'immagine e tipografia si trovano nel dizionario. Non si puó dire lo stesso dei signori dell'Istituto Italiano di Cultura, che pure sono credo i committenti dei suddetti Quaderni, la cui web è rimasta all'età della pietra 2.0. Vi riporto l'affascinante nota de prensa

L’evento vuole essere al tempo stesso l’occasione per rendere omaggio all’Associazione Italiana di Studi Catalani, creata per favorire i rapporti culturali italo-catalani a partire dall’ambito accademico, ed insignita del prestigioso Premi Internacional Ramon Llull 2011, e l’atto di presentazione della Rivista italiana di studi catalani, curata dall’AISC, pubblicata per la prima volta quest’anno dalle Edizioni dell'Orso (Alessandria).
Interverranno: Patrizio Rigobon (Presidente dell’Associazione Italiana Studi Catalani) “La Rivista italiana di studi catalani, nuova tappa delle relazioni culturali italo-catalane”, Francesc Vallverdú (President Fundació Congrés de Cultura Catalana) “La Fundació Congrés de Cultura Catalana e la cultura italiana” e Vicenç Villatoro (President Institut Ramon Llull) “La presenza della cultura italiana per gli intellettuali della nostra generazione”. Introduce Salvatore Schirmo (Direttore Istituto Italiano di Cultura di Barcellona).

Nonché il cazzutissimo logo:

 

Beh? Non morite dalla voglia di andarci?
Istituto Italiano di Cultura - Passatge Méndez Vigo, 5  19.30h 

Habemus Papam (Hell yeah)

venerdì 4 novembre 2011

Non so voi, ma quando guardo la lista di film belli in cinema fichissimi come il Verdi o il Renoir e vedo filmacci d'amore made in Italy, penso: mmmpfff. Peró finalmente una buona notizia. Oggi, venerdí 4 novembre, Habemus Papam sbarca a Barcellona. Siccome piove a dir8 è un'ottima opzione per la serata. Qui sotto nella foto potete vedere la Pepa, impiegata della TMB, mandando un sms alla sua amica Maria José a vedere se ha voglia di andare al cinema con lei stasera e di lasciare solo a casa quell'inutile di suo marito a guardare il futbol.




















Vi interessa inoltre sentire Nanni Moretti parlare spagnolo? Vi interessa sentire la sua voce uguale a quella di 3.500 altri attori di ogni ordine e grado, dal cinema d'autore alla pubblicità, dalla telenovela al corto d'animazione? Pensate come me che il doppiaggio sia una mala cosa per il cinema e per la cultura linguistica della gente di questa benedetta Europa, soprattutto per los italianos? Qualunque sia la risposta, eccovi il trailer. Poi se ne avete voglia mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, potete commentare qui abbasso.

Wilco al Palau e Turturro a Napoli.

mercoledì 2 novembre 2011

Stasera, se avete 25 euretti da spaccare, è consigliabile farlo al Palau de la Música Catalana. Suonano i Wilco. L'alt-country di questo bel gruppo di Chicago suonato nel magnifico Palau potrà sganciarvi qualche brividino. Portateci una ragazza. Ecco qui un video dei Wilco sempre a Barcellona, con addirittura i sottotitoli in catalano dei testi della canzone, (il cui effetto è simile all'immagine della Gioconda su un asciugamano o un tazza da tè).
 Palau de la Música - Sant Pere Més Alt, 4-6 21h - Metro Urquinaona



Se tra la musica e il cinema non sapete proprio cosa scegliere, il mash-up perfetto per questi giorni è il festival di documentari musicali Inedit-Beefeater. Raccomandiamo Passione - A Musical Adventure, il film dello scugnizzo John Turturro, che ci porta a fare un bel giro per Napoli, tra malefemmene e canzoni. Dolce&Gabbana incontrano Roberta Torre in un bar gestito da Teresa De Sio dov'è in corso una briscola tra Toni Servillo, O' Raiss e Massimo Ranieri? Lo sapremo stasera.
Aribau Multisalas 5 - C/Aribau, 8-10 22:15 - Metro Universitat

L'iradiddio.

martedì 1 novembre 2011


Parliamo del tempo. A Barcellona piove poco, d'estate, ma quando piove, come si dice qui, lo fa a lo bestia. Questa graziosa istantanea scattata a Barceloneta, che ricorda un po' l'Impero delle luci di Magritte versione mercato del pesce, cattura quel breve, elettrico momento di attesa prima che si scateni questo bordello: