Perle parrocchiali.

mercoledì 30 maggio 2012


Io posto questo perché sono, come molti di voi, un ex-oratoriano, maggio è il mese della Madonna e insieme a questi simpatici strafalcioni sento il ricordo del profumo di lillà, il rimbalzare della palla da basket nel cortile, la batteria della sala prove da cui esce heavy metal durante il rosario, il teatro che ti faceva sentire come Carmelo Bene prima di sapere chi fosse, don Pomero che vende i gelati e le caramelle in un baretto illegale dietro una finestra e la separazione dell'oratorio maschile da quello delle fìee (ragazze), tra altre cose. Godetevi queste perle da oratorio e ringraziate Gesù che non esistono simili istituzioni nella nostra cara Barcellona, frateli e sorele.

v PER TUTTI QUANTI TRA VOI HANNO FIGLI E NON LO SANNO, ABBIAMO UN’AREA ATTREZZATA PER I BAMBINI.

v GIOVEDI’ ALLE 5 DEL POMERIGGIO CI SARA’ UN RADUNO DEL GRUPPO MAMME. TUTTI COLORO CHE VOGLIONO FAR PARTE DELLE MAMME SONO PREGATE DI RIVOLGERSI AL PARROCO IN UFFICIO. 

v IL GRUPPO DI RECUPERO DELLA FIDUCIA IN SE STESSI SI RIUNISCE GIOVEDI’ SERA ALLE 7. PER CORTESIA, USATE LE PORTE SUL RETRO.

v VENERDI’ SERA ALLE 7 I BAMBINI DELL’ ORATORIO PRESENTERANNO L’AMLETO DI SHACKESPEARE NEL SALONE DELLA CHIESA. LA COMUNITA’ E’ INVITATA A PRENDERE PARTE A QUESTA TRAGEDIA.

v CARE SIGNORE, NON DIMENTICATE LA VENDITA DI BENEFICENZA! E’ UN BUON MODO PER LIBERARVI DI QUELLE COSE INUTILI CHE VI INGOMBRANO LA CASA. PORTATE I VOSTRI MARITI.

v TEMA DELLA CATECHESI DI OGGI: “ GESU’ CAMMINA SULLE ACQUE ”. CATHECHESI DI DOMANI “ IN CERCA DI GESU’ ”.

v IL CORO DEGLI ULTRASESSANTENNI, VERRA’ SCIOLTO PER TUTTA L’ESTATE, CON I RINGRAZIAMENTI DI TUTTA LA PARROCCHIA.

v RICORDATE NELLA PREGHIERA TUTTI QUANTI SONO STANCHI E SFIDUCIATI DELLA NOSTRA PARROCCHIA.

v IL TORNEO DI BASKET DELLE PARROCCHIE PROSEGUE CON LA PARTITA DI MERCOLEDI’ SERA: VENITE A FARE IL TIFO PER NOI MENTRE CERCHEREMO DI SCONFIGGERE IL CRISTO RE!

v IL COSTO PER LA PARTECIPAZIONE AL CONVEGNO SU “PREGHIERA E DIGIUNO“ E’ COMPRENSIVO DEI PASTI.

v PER FAVORE METTETE LE VOSTRE OFFERTE NELLA BUSTA, ASSIEME AI DEFUNTI CHE VOLETE FAR RICORDARE.

v IL PARROCO ACCENDERA’ LA CANDELA DA QUELLA DELL’ALTARE, IL DIACONO ACCENDERA’ LA SUA CANDELA DA QUELLA DEL PARROCO, E VOLTANDOSI ACCENDERA’ UNO AD UNO TUTTI I FEDELI IN PRIMA FILA.

v MARTEDI’ SERA CENA A BASE DI FAGIOLI NEL SALONE PARROCCHIALE. SEGUIRA’ CONCERTO.

Primavera Sound e gratis.

Estate, tempo di festivals e bla bla bla. Questa sera "inaugura" il "monster festival" Primavera Sound, in cui ho lavorato per un paio d'anni quando ero schiavetto felice della rivista Vice. Quest'anno, da libero professionista, pigro e squattrinato, invece di un biglietto da 195€,  mi concederò cose tipo una passeggiatina serale dopo cena, magari col maglioncino gettato sulle spalle e un gelato cioccolato e fiordilatte in mano. Fiuuu! Questo magnifico pensiero mi ha procurato i brividi d'orrore sufficienti per rinfrescarmi in questa caldazza pomeridiana in cui sto scrivendo. Fiordilatte a parte, il Primavera Sound quest'anno ci fa il grande regalo di un paio di concertazzi multipli sulla spianata del paseo di fronte all'Arc de Triumf. Stasera sono in programma  il giovincello tachente Jeremy Jay, i Walkmen, in equilibrio precario tra Strokes, Bob Dylan e i primi Stereolab (bella questa, eh?) il ritorno dei Wedding Present, e i mitici e furiosi Black Lips.  Il giorno dopo [errata corrige - domenica 3 giugno] serata più sudeuropea, diciamo, con l'insopportabile rockstar iberica Nacho Vegas, il pop kitsch ma simpatico di Joe Crepusculo, l'icona della musica da film Yann Tiersen e il crooner Richard Hawley. Per una macedonia perfetta manca solo Gianna Nannini. L'ingresso è gratuito e potete vedere qui quando suonano i vostri beniamini.

Una storia di droga.

venerdì 25 maggio 2012

Risalgo la calle Ataulf verso sera, è chiaro ancora, siamo a maggio. I rondoni solcano l'aria, le ragazze che camminano riempiono di bellezza le viette del Gotico. Sono pago della giornata di lavoro, guardo le case e i balconi, naso all'insù. Cinquanta metri più avanti vedo un sacchetto bianco cadere. Sarà il pacco di cocaina che sto aspettando? E' così che arriverà la Fortuna? Alzo gli occhi al quinto piano, (le case di Ataulf sembrano ancora più alte per la salita), aspettando di vedere il malfattore/benefattore-lanciatore. E' un'anziana signora bionda in vestaglia rossa che, sganciato il pacco, si ritrae lentamente dietro la veneziana abbassata, rientrando all'interno del suo appartamento come una chiocciola si ritira nella conchiglia. Arrivo all'altezza del sacchetto. Giace a meno di trenta centimetri dal canestro della spazzatura. La vecchia, anche se oggi ha mancato, deve avere una mira micidiale. Lei, il cestino dei rifiuti e cinque piani di sfacciatezza. Chissà da quanto dura questa storia d'amore e di mira. Le sette di sera. Lei, il punto nero di sotto e l'involto pieno di cacchine di gatto e avanzi del pranzo. Unico nemico: una brezza ciularina che decide se far cadere il sacchetto di qua, o di là.  Lo score segnato sul calendario. La risatina o il sospiretto in caso di vittoria o sconfitta. Niente droga per me.



Vino Vinicio.

giovedì 24 maggio 2012

E' tornato Vinicio. E' passato Vinicio. Ieri l'altro, al Poble Sec.
Vinicio, grosso, grasso, nero e ingombrante, è in realtà basso, come tutti i grandi, e non è grasso, ma sì ingombrante. Nel senso bello del termine. Come entrare in un vecchio magazzino attraverso la porta del retrobottega. Permesso sì, scusi, grazie. Accedere a luoghi pieni di polvere, storia, luce e magia. Candelabri, pianoforti, strumenti scientifici, quadri dell'800, tele stampate, mobili, soprammobili, ninnoli, scheletri, manoscritti,  sestanti, chitarre, vestiti, animali impagliati e altri innumerevoli tesori che hai conosciuto soltanto nei libri illustrati. Vinicio e il suo spettacolo Marinai, Profeti e Balene, con il pianoforte a coda messo di traverso, cioè a dritta, dove il pianista non è un pianista ma un timoniere, intorno al quale si squadra la ciurma sotto agli alberi immaginari. Glauco, Zeno e Mauro a mezzana, Vinicio e Vincenzo a maestra, Asso e Francesco a trinchetto, salpando in un rumore di catene e presagi, sotto una chiglia rovesciata, il ventre di un balena, la bocca di un capodoglio. Io, che ascolto il disco solo adesso che scrivo, al concerto mi lascio trascinare dall'onda lunga, lenta e notturna di parole e dalla marea di strumenti che l'equipaggio manovra alla perfezione d'orologio, con maestria di lungo corso di chi sa dove va anche nel buio pesto. Io sono al secondo piano e mi ammareggio del ritardo, è come stare arrampicato a prua mentre piove ed è notte, e tutti gli altri sono sottocoperta ingozzandosi di rhum, e ridendo. Oh well. Mi piace guardare il marinaio di palco che cambia le chitarre, i cappelli e i vestimenti a Vinicio e poi spunta fuori e mima il polipo, il ciclope e il palombaro. Mi piace godermi la pachidermica paraphernalia di Vinicio, sapere che è la naturale estensione spettacolare della sua musica, dei testi e della sua testa bacata. Coleridge, Conrad e Melville sono dalla sua parte, ma ci sono anche i tre catalani di Cabo San Roque, il suo spagnolo da italiano in gita e i grappoli di compatrioti e compatriote, occhi che guardano e saltano da una parte all'altra, che girano, cercano, segnano, appuntano, dicono e dimenticano. C'è un'altra volta Vinicio, con la sua feluca e la sua gabardina, fermo negli anni e nella poetica dell'illusione della felicità, l'inganno dell'amore e la condizione umana, a condizione che sia mitica e mitologica. C'è Vinicio che ci uccide alla fine con Le Sirene, e non importa dove lo trascini la prossima tempesta artistica domani. Il suo genio, come un mago, uscirà sempre dalla giubba fradicia una carta come Le Sirene, magicamente asciutta e bella, come la salvezza quando sembra che tutto è andato perduto. E c'è il Vinicio delle taverne che ci ha fatto Che coss'è l'amor e altri oldies but goldies in memoria delle sue notti al Poble Sec nel Tinta Roja. Anche se il lupo perde il pelo e beve solo in ufficio, noi contenti.




Polo (della libertà).

sabato 12 maggio 2012

Ok, lo ammetto, ho usato 'sto titolo della ceppa per vedere se aumenta un po' il traffico sul mio blogghetto, ultimamente un po' fermo alla stazione di servizio di un cyberdeserto. Oppure no. Ho usato questo titolo perché oggi pomeriggio Motor Combo presenta il suo ultimo disco POLO. Polo in spagnolo vuole dire sia polo che ghiacciolo. Nell'intenzione degli autori il disco fa riferimento al ghiacciolo. La caldazza sta arrivando, siamo tutti felici e da qui in avanti e per 4 mesi le parole che pronunceremo di più al giorno saranno "que calor" e "playa", e sogneremo di mangiare polo e di andare al polo. Motor Combo sono Eli Gras e Florenci Salesas, due vecchie glorie (con rispetto, Eli) dell'underground catalano. Troppo buffi, ironici e surreali per essersi bruciati negli anni '80, per suonare punk e morire d'overdose, Florenci ed Eli hanno invece scelto la strada del dadaismo musicale, e adesso sono intrappolati in una bolla di cingomma elettronica, in una ruota di criceto kraftwerkiana, in un'Ape con le porte saldate (come il Generale Lee di Bo e Luke), in un Commodore 64 e in una labirinto di cinquantamila progetti paralleli. Io non seguo la musica elettronica, tantomeno la musica moderna, però sento che tutti i pischelli che fanno retropop-elettronico nowadays dovrebbero (ri)scoprire Motor Combo, fermarsi un attimo ad ascoltare come quando si fa sssht-hai sentito? e trarre ispirazione da questi due. Io almeno se fossi un pischello che fa retropop-elettronico li copierei di sana pianta, aggiungendoci basi techno pesanti e finto sofisticate e allungando i po' i pezzi. Così in sei mesi sarei al Primavera Sound, mentre Motorcombo saranno oggi a The Station, il sogno bagnato di ogni bar della stazione in cui siate mai stati, e domani scapperanno sulla duecavalli azzurra e saranno la colonna sonora nel girone infernale di tutti gli studenti di conservatorio conservatori. Vi lascio ad ascoltare la gemma bislacca Si parla italiano.

Motor Combo
The Station - Estaciò de França
Sabato 12 maggio 2012 ore 17:30 - Ingresso gratuito.

Libertà di movimento.

mercoledì 9 maggio 2012

Il post di oggi ha una doppia valenza con un denominatore comune: la libertà (e scusate il pasticcio chimico matematico, al liceo avevo sempre 3). Presentiamo in ordine di fretta: A) Il concerto di Paolo Angeli e Takumi Fukushima. Questa sera sono a Ljubliana, dopodomani sera a Belgrado e sabato, cari amici espatriati, a Barcellona. A Paolo dedicheremo un giorno un'intervista lunghissima, un video, un monumento, una torta di mele, tempo al tempo. L'ultima volta l'abbiamo visto in azione con la stellina del post-Waits Amanda Jayne, lasciando da parte la chitarra sarda preparata per fare incursione nelle canzoni di Amanda con una Estruch flamenca comprata alla Mina (il barrio gitano di Barcellona, NdB). Sabato invece vedremo Paolo in duo con una vecchia amica, la violinista giapponese Takumi Fukushima. Ormai in sincrono perfetto di corde tese, Paolo e Takumi insieme sono una macchina elettroacustica che non conosce limiti o frontiere, e con l'unica preoccupazione di riuscire a fondere la musicalità sarda con quella giapponese, perdendola e ritrovandola in continuazione, come in un dialogo appassionato, dolce, malinconico, ma anche furioso (vedere Takumi urlare è veramente uno spettacolo). Asì que, se non ti spaventa la musica improvvisata e ti piace pensare al Giappone come una grandioso mix di calma e caos, ti consiglio di andare a vedere questo concerto. Perché di fretta, dicevamo? Perché è caldamente consigliato prenotare il posto presso la sala Anaglifos scrivendo a  info@anaglifos.es o chiamando al  93 177 39 0.

Paolo Angeli & Takumi Fukushima
Anaglifos Art Factory
C/Monec 17, bajos. Sabato  12 maggio 2012 ore 21 - Ingresso 8€





Seconda urgenza di oggi è B) l'uscita online esclusiva da Wired Italia del documentario Italy: love it or leave it, della coppia di realizzatori Gustav Hofer e Luca Ragazzi. Avevo visto il trailer svariati mesi fa ed ero rimasto intrigato da questi due tipi che decidono di fare un viaggio in Italia in Cinquecento per vedere e conoscere più a fondo il Paese che stavano decidendo insieme di lasciare. Cinque mesi dopo, Italia-prendere-o-lasciare sta sbancando premi e proiezioni in tutto il mondo, mentre i due hanno fatto le valigie e sono già belli belli e trasferiti nella Berlino felix. Muoio dalla voglia di vederlo, ma voglio aspettare che la mia bella torni dal lavoro così fa anche un po' di lezione di italiano. Grazie a Wired per il release online e la possibilità di inserirlo sul blog e speriamo che Gustav e Luca vengano presto a trovarci a Barcellona.





Leggi l'intervista su Wired.

Punkabbestia, pulabbestia.

martedì 8 maggio 2012

Ok, è il giorno dei neologismi. Premessa. Il punkabbestia, la famosa creatura suburbana contemporanea, in Spagna prende il nome di perroflauta. Perro=cane, flauta=flauto, perché il punkabbestia di Barcellona, che poi sovente è italiano, staziona sul marciapiedi suonando la melodia di Pinocchio col flauto dolce mentre la sua compagna sorseggia da un litrozzo in compagnia dei cani. All'inizio della settimana passata noi abitanti del centro di Barna siamo stati martellati per tre - dico tre - giorni consecutivi, dall'elicottero della pula che per dodici - dico dodici - ore al giorno sperperava allegramente ettolitri di kerosene dalle tasche dei cittadini per "sorvegliare" i benemeriti banchieri che si sono dati appuntamento per fare due chiacchiere all'Hotel Arts. Per fortuna non ci sono state manifestazioni, che io sappia, né incidenti, perché all'unisono abbiamo in tanti deciso di ignorare questo evento, frustrando in tal maniera la sete di mazzate dell'apparato governativo locale fatto di 8.000 poliziotti per 22 banchieri e godendoci invece il sole di maggio. Ho letto con piacere questo articolo di Xavier Theros su El País, di cui mi accingo a tradurre alcuni passi per raccontare al lettore italiano l'aria che tira qui, ma con leggerezza e occhi di cittadino. L'articolo s'intitola La piaga dei poliflautas, cioè la piaga dei poliziotti in borghese vestiti da antisistema, dei veri 007 che si fanno sempre, ma dico sempre sgamare in tutte le manifestazioni grazie ai loro segni di riconoscimento e alle loro incredibili capacità attoriali. Sono bravi a confondersi nella folla quanto una zucca in un campo di rucula, e YouTube è pieno dei loro capolavori di camouflage. Quindi: polibbestia, sbirrabbestia, pulabbestia, fate voi. Leggiamo (eppoi giuro che smetto di parlare di 'sta roba sul mio blog, che c'è in giro molto di meglio di cui occuparsi),

"La polizia catalana è ogni giorno più originale. Quando sono in uniforme nascondono l'identificazione e si coprono con un passamontagna (comportamento di dubbiosa legalità e pessima immagine democratica). E quando vogliono girare in incognito si mettono un braccialetto per non essere confusi con quei pericolosissimi vandali brucia-cassonetti che in queste ore - secondo il nostro pimpante consejero de Interior (Felip Puig, il "ministro dell'Interno" in Catalunya, NdB) stanno saccheggiando la città da una parte e dall'altra. Sembra che si tratti dell'ultima moda primaverile delle forze di sicurezza: l'estetica pulabbestia. L'altro ieri ce n'era un gruppetto sotto il balcone di casa mia, mascherato da attivisti antisistema però con un braccialetto color verde al braccio sinistro. Una specie di uniforme di polizia segreta, un ossimoro da manuale disegnato da qualche dittatura delle banane per i suoi sgherri. Se avete la sfortuna di risiedere nel centro di questa città in questi giorni saprete di cosa sto parlando. Nelle ultime 48 ore il rumore dell'elicottero non ha smesso un attimo di sorvolare le nostre teste (...). A metà strada tra Apocalypse Now e Supercar, questi apparati, che sono equipaggiati con tutto meno un sistema di ammortizzazione del rumore, ci hanno rotto le scatole notte e giorno. Da chiamare la polizia, dico io. (...) La mia immagine del giorno è stata quella di una pensionata che si avvicina a una pattuglia e gli grida: dovreste inseguirli, i ladri, non proteggerli!!!".


Fonte: http://ccaa.elpais.com/ccaa/2012/05/04/catalunya/1336088277_543809.html