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sabato 21 aprile 2012

Con questo titolo aspirato e rotondo vorrei aprire il post di oggi dedicato all'evento di domani, che non leggerete perché è venerdì sera e avrete di meglio daffare sicuramente.  Anyway, domani, turisti e residenti di Barcelonia, si celebra l'inizio del weekend Dia de la Tierra (Earth Day). A me, piace come si celebra qui. Si riempie il parc de la Ciutadella di bancarelle e gazebos a più non posso contenenti una gigantesca offerta di cultura ecologica, sanatoria, gastronomica e intrattenitrice. Si passeggia sotto il sole di aprile tra mille facce sorridenti e qualche ranforinco che ti vuole dare abbracci gratis, e se non si ha voglia di impegnarsi in questa o quell'altra proposta, si troverà sempre una graziosa argentina coi rasta che ti infila una space cake in bocca e via a scialare tutto il giorno, che è sabato. Mi piace perché...non so, è in equilibrio. Ci sono cose che toccano la testa, il cuore e la pancia di un po' di tutti, non solo degli hippies. C'è anche roba, come si diceva negli anni '80, very original. Diamo un'occhiata al flyer, dal disegno un po' hollywoodiano/youtube style, con un'anziana che si fa un gran cilone soffiando fumo sul culo del nostro bel pianeta. Apriamolo ed esaminiamo il programma. Si può assistire a una lezione del dottor Lee Kuy Moon, poi a un workshop di cucina vegetariana/vegana per imparare a cucinare le verdure e i cereali come non abbiamo mai saputo fare. Si può fare biodanza (?), sanazione pranica o amareggiarsi con un dibattito su speculazione e mercati, crisi e debito pubblico, a cura di Attac Catalunya. Si può seguire il maestro taoista Tian Cheng Yang o conoscere il progetto anarchico di eco-villaggio in Vall de Biert. Si può conoscere la coltivazione vibrazionale ecologica (#!?) o vibrare  e guarire con gli angeli (sic). Se sei diabetico e non conosci la stevia, stevia-diabetico, nice to meet you. E via così, un florilegio di incontri, sfioramenti e massaggi nelle mura della Città Ideale. D'altronde, come dice il dottor Moon, siamo già così pieni di "preoccupazioni" che non ci fa male staccare dal minchionismo quotidiano e guardare un po' oltre (o magari, invece, ben dentro) il nostro giardino. Buon Earth Day a tutti/e!



Scuola di Fumetti a Barcellona.

mercoledì 11 aprile 2012

Amiamo la libreria Le Nuvole, prima libreria italiana in Barcellona. Un bel posto, in una bella via, con un'elegante e colta padrona di casa. Più che una libreria, sembra una grande cucina ben fornita di tutti i buoni e vari ingredienti che vi servono per cucinare degli ottimi piatti italiani, da punta a punta, isole comprese.  Dimenticatevi dell'umile scaffale con su scritto "Italià" in una qualunque, seppure stimabilissima, grossa libreria di Barna, e andate alle Nuvole, dove per altro organizzano cose e c'è una piacevole e rilassante atmosfera da salotto, una specie di spa culturale, va'.
L'ultimo evento in programma alle Nuvole è il seminario di fumetti El Noveno Arte (la nona arte), un workshop teorico-pratico destinato sia agli amanti del genere sia agli aspiranti sceneggiatori e disegnatori. Le lezioni si svolgeranno tra aprile e maggio e in tre capitoli:

1) Generi e linguaggi del comic: Italia, Francia, Belgio, USA, Giappone e i generi del comic classico.
2) Il comic in Italia: dal Giornalino a Crepax, da Lupo Alberto a Vauro, passando per Diabolik, il Male e tante altre pubblicazioni.
3) Come si crea un comic: dodici ore intensive su creazione dei personaggi e sceneggiatura, disegno e approfondimenti, tecniche di colore etc. etc.  (Qui sotto il programma completo).

Il seminario sarà impartito da Giovanni di Gregorio, sceneggiatore di Topolino, Dylan Dog, Dampyr e Brancaccio e da Claudio Stassi, illustratore di Per questo mi chiamo Giovanni e Brancaccio.


Libreria Le Nuvole - C/Sant LLuis 11 Barcelona Tel. 93 17 66 401 
contatto: librerialenuvole@gmail.com



Té amargo. Libro y workshop di fotografia.

giovedì 5 aprile 2012

Interessante presentazione/scatola di sapere che i ragazzi di Anaglifos Art Factory hanno organizzato per questo weekend. Non si tratta solo della presentazione del libro-di-fotografie-documentarie-di-Joseba Zabalza-Xavi Piera-sull'-occupazione-del-Sahara-Occidentale-e-gli-effetti-nefasti-delle-mine-antiuomo-con-firma-del-libro-copa-de-cava-e-ciao-grazie-arrivederci. Avremo infatti la possibilità di conoscere la piccola casa editrice barcellonese Pol.len (polline), che lavora con criteri di ecoedizione. Da tenere d'occhio. Per il giorno seguente è previsto inoltre un workshop per fotografi interessati a conoscere le tecniche utilizzate in questo reportage, nonché il segreto per poter rentabilizzare un progetto di questo tipo, arrivando magari a pubblicare un libro come Té Amargo.

Info workshop, qui.

Venerdì 13 aprile, ore 21 c/o Anaglifos Art Factoy - C/Monec, 17



Dietro la gonna della Rambla.

La Rambla è come la mamma. Appena arrivato a Barcellona non ti ci vuoi staccare, anche se è grassa, troppo truccata, si ferma a parlare con tutti e ti porta solo dove vuole lei. Poi fai di tutto per starne alla larga e con l'andare degli anni, se non ad amarla, impari almeno ad accettarla. La Rambla è piena di segreti e io ne conosco solo alcuni, che vi svelerò cammin facendo. Incomincio da uno dei più semplici e accessibili, ma non meno utili. E' un angolo di pace in mezzo alla turistaglia babilonica ingelatata e sballonzolante dell'incrocio Rambla/Calle Boqueria. E' il giardino della casa Ignacio de Puig. L'accesso si guadagna da un ascensore nella traversa calle Aroles, oppure, molto più chic, entrando per l'Hotel Petit Palace (Calle Boqueria 10) come se fosse vostro. Alla destra della reception c'è un passaggio che porta a questo magico e romantico giardino, che vi offrirà angolini di architettura romantica, sottane da cortile della vecchia Barcellona che sembra di essere in un paese, e alcune comode panchine. Calma piatta e ombra gaja anche se a due passi c'è il mondo intero passeggiando e facendo casino. Non è il massimo, come giardino, non aspettatevi olivi centenari, puttini di marmo, fontanelle e gazebos pour deux. Ma se sfoderate dalla borsa il Decameron di Boccaccio può esse pure che l'illusione, insieme alla tranquillità, si impossessi di voi. Almeno fino a quando delle turiste americane entreranno urlando HEY GUYS, dude, check this out, this is aaaw-some, have you see this???!!!  It's like a garden or something??! Coool!!! A quel punto potreste indossare la maschera di Pan e andare a rincorrerle finché i loro vestiti non cadano a brandelli e si riducano a una fogliola di fico.


Barcellona e Madrid scommettono su di te.

lunedì 2 aprile 2012

Sembra che il Male si stia impossessando di questa bella terra iberica. Dopo la manifestazione di giovedì abbiamo potuto assistere al penoso spettacolo di autosabotaggio dell'autorità catalana, diventata ormai bravissima a buttare benzina sul fuoco dello scontento sociale, sguinzagliando i suoi sbirri in borghese per bruciare cassonetti e rendendosi ridicolmente inefficace nel saper isolare i veri violenti. Che poi io li ho visti da vicino, i violenti, e non sono nient'altro un branco di pischelli incazzati, che non hanno ancora né la barba né un posto di lavoro, e che se vanno in giro con la bandiera catalana al collo e tutta la paraphernalia dell'indipendentismo da bar di cui sono infarciti sin da bambini. Quindi, tutto fumo e niente asado, solo mucho macho e blablabla di comunicati politici per rassicurare i benpensanti, i commercianti e i fans della "marca Barcelona" (dios!).
Oggi leggo un'altra notizia stomachevole che mi spinge sempre di più verso l'idea di imparare velocemente il tedesco o di cominciare a viaggiare il mondo e starmene un po' via dal brodo europeo: delegazioni del governo catalano e madrileño sono andate a Las Vegas, come i Re Magi, a rendere omaggi e salamelecchi a un re paralitico, il vecchio magnate Sheldon Adelson, che ha avuto la brillante idea di costruire una Eurovegas, cioè una Las Vegas Europea, proprio qui in Espain. La notizia avrà fatto brillare gli occhi di questi agenti di commercio del Regno e dell'Estat, cho sono accorsi al Venetian, di cui Anderson è il fondatore, a inginocchiarsi di fronte al miliardario pregando che il suo scettro d'oro, con punta a cappella di cazzo, si posasse sulla spalla di Barcellona l'uno e di Madrid l'altro.
Pensa in grande, 'sta gente. Non solo ha abbruttito milioni di persono sole e sfortunate con le loro dannate macchine tragaperras, le slot machines che decorano ogni bar marcio che si rispetti nella geografia del Paese, ma vuole estendere questo "modelo de negocio" a una intera città, possibilmente da costruire da zero. Ebbene cari signori, dal povero cattolico qui che scrive, e che non riesce a pensare se non in inferno e paradiso, parte il più caloroso augurio che la terra vi traghi prima che possiate mettere la firma su questo progetto. A voi, a chi vi manda e alla vostra progenie di machos ibericos sudati, cialtroni, pieni di forfora e amanti delle macchine grosse e dei centri commerciali.  Hasta la vista, come direbbero gli americani.

PS. Fronte compatto su Twitter. No Eurovegas!

Sheldon Adelson, un modello per i giovani.