La patata d'inverno

sabato 23 novembre 2013

Gli spiaggiaroli e i surfisti dell'ultima ora si lamentano. "Fanculo l'inverno!". E' certo che l'inverno a Barcellona non è, come si dice qui, una figata. Ci sono una dozzina di gradi che però, per qualche fisica ragione, si percepiscono come 3. Le case NON sono riscaldate (come si dice in Italia, LA COLPA E' DELL'EUROPA) e nemmeno i bar né i luoghi di ritrovo ciusti ce l'hanno il termosifone. Starbucks ce l'ha, ma tu sei italiano, mica un hipster della terza fila, eh? Non ci vai da Starbucks a far vergognare a papà, eh? Eh? EH?
Quindi, cari cervelli in fuga, ponderate prima di comprare il biglietto se siete freddolosi.
E comunque a me l'inverno piace una cifra. I colori sono più giusti, la caldazza non ti schiaccia al suolo come un verme, puoi guardare una ragazza e innamorarti del suo viso anziché sbrodolare dentro la sua scollatura, la campana del vespro ti ricorda che non sei fatto per ciucciare mojitos sulla spiaggia come un ritardato ma per incontrarti nei bar come le persone serie, e  i vari milioni di turisti rompimichia se ne stanno a casaccia loro anziché venire a intasare il mio punto A punto B quotidiano looking for the motherfucking museu picasso.
E comunque, se vivi in centro, la Rambla è purtroppo, sempre, benché, anzichenó, seppur e tuttavia, un crossing obbligato, come il metadone per il tossico,  il caffé della macchinetta per l'impiegato,  il casello per colui che vive in  qualunque posto del Nord Italia che finisce con -ATE.

Oggi in bici sono passato attraverso (la Rambla) e ho colto 'sta scenetta di due amiche in prossimità della bancarella invernale che vende castagne arrosto E patate dolci (boniatos).

Turista italiana 1 guardando la bancarella: Sara, la vuoi una patata?
Turista italiana 2 distratta guardando da un'altra parte: Ce l'ho già, grazie.

Tutto questo, a ritmo di bicicletta. Fantastico no?

Vabbé.

Io l'ho trovata carina.



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