Calçots, rosamarina e l'albero del punk.

lunedì 2 gennaio 2012

Iniziamo bene l'anno parlando di tre piccole scoperte in grado di meravigliare. Due delle quali una sorpresa per chi scrive. La prima, per gli amici italiani in visita, e per me un piacere da ritrovare ogni inverno.

1. I calçots.

I calçots sono, fondamentalmente, delle cipolle allungate (Allium cepa), tipiche della Catalunya. Si chiamano così perché per ottenere il gambo lungo si "calza" la terra in cima alla pianta. Sono un piatto tradizionale che di solito viene consumato in gruppo e in campagna, ma niente impedisce di cucinarseli in casa. I calçots si abbrustoliscono alla fiamma viva (o ai ferri) e vengono lasciati riposare per qualche minuto avvolti in carta di giornale. Dopodiché si pelano con le mani, con un unico gesto, come un mago che toglie il fazzoletto dalla bacchetta magica - ma al rallentatore -  e si intingono in un'apposita salsa di pomodoro, mandorle, aglio, peperoni. Si sollevano in alto e si fanno calare all'interno della bocca, non senza essersi premuniti di un bavagliuolo. Un delizia. La cipolla è dolce e succosa, e si sposa perfettamente con la salsa, facendo immediatamente scattare una pulsione che spinge i commensali a mangiarsene dozzine, innaffiandoli con robusto vino rosso o cava (lo champagne in Spagna). Ricchi di vitamine e minerali, i calçots posseggono inoltre proprietà diuretiche, digestive e afrodisiache.



2. La rosamarina.

Amici calabresi hanno sfoderato dal frigo questa delizia di antipasto per la cena di Capodanno. Una crema di peperoncini e avannotti di acciughe, che si elabora solo per un periodo brevissimo tra marzo e aprile, principalmente sulla costa jonica. La rosamarina è anche chiamata "caviale dei poveri". Allora voglio essere povero tutta la vita. Il piccante è perfetto per uccidere il senso di colpa per questo micro genocidio.



3. L'albero del punk.

Questo non si mangia, e non si dovrebbe nemmeno toccare. A volte serve l'occhio di un amico trasferitosi da poco a Barcellona per rivelarti quello che hai avuto sotto gli occhi per molto tempo e non hai mai visto. Tra il Passeig de Colom e l'entrata alla Barceloneta c'è uno slargo dove è frequente passare, sia a piedi che in bicicletta. Aiuole costeggiano la pista ciclabile e vari tipi di alberi adornano il percorso. Quest'albero, ribattezzato provvisoriamente albero del punk, lo avrò visto mille volte ma non l'ho guardato mai. A prima vista è un innocuo arbustello dal tronco cicciotto e la coppa rada. Se ti avvicini però, potrai osservare la sua vera natura di difensore. E' come se una strega avesse trasformato in albero un guerriero medievale. O un metallaro. Il tronco è costellato di spine bitorzolute della grandezza che varia da quella di un'unghia di pollice a quella di un pugno. I rami alti, protetti da questo sbarramento tipo pitbull, sembrano mazze ferrate senza manico, e si punteggiano di fiori gialli molto simili alle orchidee. Grossi frutti che ricordano la papaya pendono dalle estremità come lampadine. Se conoscete il nome di quest'albero fatemelo sapere!







1 commenti:

Anonimo ha detto...

Chorisia speciosa, Albero bottiglia.

Ciao

Valerio
www.pianteautoctone.com

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